lunedì 27 novembre 2017

Il cammino di Beato Arcangelo: a spasso tra vigne e Cielo


I Cammini francescani di Sicilia, che una volta venivano utilizzati come principali assi di collegamento da frati, briganti, pastori e viandanti in genere, faranno faticare le vostre gambe ma ognuno, con le sue peculiarità di storia e paesaggio “allenerà” la vostra anima. Se avete voglia di respirare la campagna siciliana, questo percorso – tra Alcamo e Calatafimi – riempirà i vostri polmoni di bellezza

Per compiere un viaggio dentro e fuori di sé non bisogna andare lontano.
«Ciò che è fuori è anche dentro; e ciò che non è dentro non è da nessuna parte. Per questo viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. È inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé.» (Tiziano Terzani)

Fatta questa premessa, e ammesso che non esiste equivalenza tra lontananza e magnificenza, è comunque innegabile che alcuni luoghi (spesso isolati, poco antropizzati) abbiano la capacità di tramettere una particolare magia a chi li attraversa. Qui in Sicilia, lo dico con cognizione di causa, sono numerosi i posti in cui è possibile camminare nella bellezza. Sentieri battuti da secoli, in cui storie, speranze e fatica dei pellegrini hanno intriso il terreno di un fascino senza tempo.

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giovedì 23 novembre 2017

Pensarecojpiedi

Sicchè in montagna, 'sì come in ogni ambiente naturale, pensare coi piedi e camminare con la testa vadano di pari passo. Incursioni escursionistiche in prosa ed immagini, ossia fotoromanzi fatti coi piedi. BENVENUT*  

APPENNINO TOSCOEMILIANO: traversata anulare Libro Aperto-Cima Tauffi per il Passo della Morte; o del fosco eppur corrusco viandare di crina.

SCHEDA ESCURSIONE
  • N.B.: i tempi indicati si intendono al netto delle soste, e grossomodo corrispondenti a quelli di un camminatore medio, ovvero circa 1h per 300/350 mt. di dislivello in salita e per 500 mt. di dislivello in discesa, sempre grossomodo, ‘chè ognun* fa poi i conti coi propri.
  • CARTOGRAFIA: Ho utilizzato la carta “Alto Appennino modenese; Palagano-Gaiato-Abetone-Corno alle Scale”, foglio 11 Monte Cimone, editrice IL SENTIERO (www.ilsentieroeditore.com), scala 1:25.000
  • L’escursione inizia presso la contrada I Taburri, che ospita l’omonimo bel Rifugio, nell’alto appennino modenese, pochi chilometri a monte di Fellicarolo, villaggio montano del comune di Fanano (MO). Indicazioni Google Maps per I Taburri La località è raggiungibile in auto su stradello montano un poco tortuoso quantunque asfaltato fino a poche centinaia di metri dal Rifugio, ‘sicchè l’ultimo tratto è su carrozzabile sterrata ghiaiosa.
  • SPAZI e TEMPI: Rifugio I Taburri 1220 mt-sentiero 433- crinale sotto la cima-a sx sentiero 00 – anticima-Cima Libro Aperto 1938 mt (2.15 h); sentiero 00 di crinale-Monte Lancino 1676 mt-Cima Tauffi 1798 mt (1.30 h); a sx sentiero 425-il Colombino (0.50 h); a sx sentiero 445-Rifugio I Taburri 1220 mt (1 h circa)
  • TOTALE TEMPI: 5.30/6 h. circa
  • DISLIVELLI: salita 850 mt. circa, discesa 800 mt. circa;
  • PUNTI D’APPOGGIO : RIFUGIO I TABURRI   ; bivacco La Pilaccia
  • cartina topografica con tracciato del percorso escursionistico: in giallo il nostro cammino 
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Gli escursionisti liguri si radunano sugli alpeggi

Gli escursionisti liguri che fanno riferimento al sito quotazero.com, la piazza virtuale su cui vengono condivise le esperienze più varie di chi ama vivere in presa diretta l'ambiente naturale ligure, si sono come ogni anno radunati per una giornata conviviviale. Sabato 18 novembre la scelta per il tredicesimo raduno nella storia di Quotazero è caduta sui Casoni di Lomà, antichi alpeggi in alta Val Brevenna, appena sotto i monti Antola e Cremado.

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martedì 21 novembre 2017

Camminare in compagnia, viaggiare a piedi

Organizziamo viaggi a piedi, viaggi con l’asino, cammini per bambini, viaggi a vela e scarponi,
cammino profondo, esperienze di meditazione, trekking, turismo responsabile.

 

 

Calendario Cammini 2018

 

I nostri viaggi

 

Dal Blog

 

 

venerdì 17 novembre 2017

PASSO dopo PASSO: sito rinnovato


Abbiamo rinnovato il sito di PASSOdopoPASSO, attivo da Novembre 2017 per offrirti maggiori informazioni e aggiornamenti sulle nostre attività e con uno sguardo a tutto quello che ti appassiona. Diviso in tre sezioni: generale (Tour and Treks), Sezione Fotografica e Sezione Umanitaria, per arrivare velocemente a ciò che ti interessa. Buona navigazione!!

Inaugurazione a Persico Dosimo (CR)

Ladakh: Trekking nella Zanskar Valley

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Prossima escursione

lunedì 13 novembre 2017

Oasi Bosco Negri (PV)


L'Oasi Bosco Negri era un terreno di proprietà privata sin dalla fine del secolo scorso, nel 1968 viene lasciato in eredità al Comune di Pavia da Giuseppe Negri, un cittadino pavese grande amante della natura. In seguito ai danni di un violentissimo nubifragio nel 1988 viene dato in gestione alla Lipu che lo trasforma in un Oasi naturalistica attrezzata, attraverso un accordo con il Comune Pavia.

L'Oasi è anche individuata come Riserva naturale orientata, all'interno del Parco regionale lombardo della Valle del Ticino.

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Aiuta l'Oasi

Attività al Bosco Grande e al Bosco Negri

 

Eventi all'Oasi Lipu Bosco Negri settembre - dicembre 2017

 

ANELLO DEL SICCOMARIO - P5

 

Descrizione dell'itinerario

Alle porte di Pavia, a ridosso del Canale Gravellone (originariamente ramo secondario del Ticino), si trova il Bosco Negri, zona naturalistica di interesse botanico-forestale, inserita tra la periferia della città e le aree destinate all’'agricoltura. Il bosco, che copre una superficie di circa 30 ettari, assume importanza come oasi di sosta e rifugio per molte specie faunistiche; oltre a diversi mammiferi (Lepri, Scoiattoli e Ricci) vi si trovano numerosi anfibi, tra i quali i più diffusi sono: la Rana verde, la Rana dalmatina, la Rana di lataste, il Rospo smeraldino, la Raganella e il Tritone crestato. L'’ornitofauna è molto ricca e viene costantemente monitorata e conservata grazie all’azione degli operatori del Centro LIPU, a cui è affidata la gestione della riserva. La vegetazione arborea è costituita da esemplari di Farnia, Pioppo nero, Pioppo bianco, Olmo minore e Ontano nero. Lasciato alle spalle l’abitato di Pavia e il Bosco Negri, il sentiero del Siccomario percorre tutto l’Argine Maestro sulla sponda destra di Ticino. La strada alzaia è scandita dai vecchi caselli d’argine in mattoni e offre inaspettati e rilassanti panorami sulle coltivazioni tipiche della bassa padana. In prossimità della confluenza del fiume Ticino con il Po, il sentiero lambisce la cosiddetta “Grande Foresta” di Travacò Siccomario, un’'imponente opera di rimboschimento con specie forestali autoctone, voluta dalla Regione Lombardia nell’'ambito di un programma di finanziamenti che prevedono il progressivo ritorno di alcuni lembi di foresta nella Pianura Padana: in un territorio ormai semplificato dalla scomparsa di numerosi ecosistemi, il progetto ha ricostruito i diversi ambienti tipici di queste zone di golena: aree a bosco igrofilo, radure e lanche.

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martedì 7 novembre 2017

Trekking all’Alpe Devero: leggenda del Lago delle Streghe e foliage


Questo caldo autunno riserva belle sorprese per chi infila le scarpe da trekking e va per sentieri di montagna.
Colori intensi e cielo cristallino fanno da cornice a giornate indimenticabili.
Oggi andiamo in un posto adatto a grandi e piccini, sportivi e pigroni: l’Alpe Devero, tra foliage intenso e laghetti cristallini, uno in particolare nato da una leggenda fiabesca, il Lago delle Streghe.

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L'Alpe Devero e i colori dell'autunno (video)

Parco dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero

domenica 5 novembre 2017

Nasce l’Atlante digitale dei cammini per visitare l’Italia senza fretta


Una rete di sentieri, percorsi, tratturi, strade asfaltate che attraversa l’Italia come fosse un sistema venoso. E’ l’Atlante dei Cammini che dal 4 novembre è online sul sito del ministero dei Beni culturali (www.camminiditalia.it). Un modo nuovo per incentivare il turismo lento e far conoscere una parte del Belpaese che sta ai margini dei classici itinerari di visita, ma è altrettanto bella. Nel portale ci sono le mappe con relative informazioni su distanza, segnaletica, snodi relative a 41 Cammini. È, però, soltanto l’inizio: la geografia dell’andare senza fretta e in modo sostenibile è ben più vasta e quelli inseriti per il momento nell’Atlante sono i percorsi che avevano le carte in regola secondo gli standard internazionali.

Undici requisiti di ammissione
Il progetto nasce nel 2016, l’anno che il ministero dei Beni culturali ha dedicato ai Cammini. L’idea del portale per valorizzare 6.600 chilometri di itinerari naturalistici, culturali, religiosi, storici viene sviluppata da un comitato composto dal ministero, le regioni, le province autonome e l’Anci (l’associazione dei comuni). Vengono messi a punto 11 criteri che ogni Cammino deve soddisfare per essere inserito nell’Atlante digitale. Dagli enti locali sono arrivate 113 proposte, ma solo 41 hanno per ora superato il vaglio.

Dalla via Appia al sentiero dei briganti
Nel portale ci cono i Cammini dedicati ai santi, come quello di San Francesco o di San Benedetto, il Cammino di Dante, che attraversa i luoghi dove il Sommo poeta visse in esilio e scrisse la Divina Commedia, quello dei briganti, come il sentiero che attraversa l’Aspromonte, quello della Pace, che ripercorre i luoghi della prima guerra mondiale. Eppoi ci sono i Cammini più conosciuti , come la via Appia o la via Francigena, per i quali i Beni culturali ha stanziato 60 milioni di euro per miglioramenti infrastrutturali (per esempio, la segnaletica) e l’adeguamento degli itinerari ai modelli internazionali.

Al bando la fretta
La parola d’ordine è: turismo lento e sostenibile. I Cammini, infatti, si inseriscono nel più generale progetto, delineato dal Piano strategico 2017-2022, di un’Italia visitabile a piedi, a cavallo, in bicicletta, lungo le ferrovie storiche o su quelle dismesse (in treno o in ferrociclo). Una rete capillare e spesso interconnessa fatta non solo di itinerari, ma anche di punti di ristoro, pernottamento e assistenza per camminatori e ciclisti (da qui l’iniziativa di recupero delle case cantoniere e dei beni demaniali inutilizzati) e di spazi dedicati all’artigianato, all’enogastronomia e alla più generale conoscenza dei territori che si attraversano.

Non una vacanza ma un’esperienza
«È un progetto pensato - ha sottolineato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini - per quanti vogliono, e sono sempre di più, vivere il nostro Paese, andando al di là di una semplice vacanza. Per i visitatori che amano immergersi in quel patrimonio diffuso di arte, buon cibo, paesaggio e spiritualità che rappresentano l’essenza dell’Italia. Dobbiamo programmare queste trasformazioni, pensarle con almeno due anni di anticipo per poterle realizzare per bene. Posso già dire che dopo il 2018 dedicato al cibo, il 2019 sarà l’anno del turismo sostenibile. Qualcuno dirà: “ma ci sono le elezioni”. È vero, ma chi verrà dovrà assumersi la responsabilità di continuare o lasciar perdere».

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venerdì 3 novembre 2017

I LUOGHI FANTASMA DELLA VALLE SPINTI (AL)

Alla scoperta delle ville nelle Pineta Vallebona e dei ruderi di Cà di Sasso



PAESI FANTASMA: ville abbandonate in località "Pineta Vallebona"; Cà di Sasso 
RAGGIUNGIBILI DA: Varinella; Sasso Inferiore
TEMPO DI PERCORRENZA: circa 45 minuti per le ville; circa 15 minuti per Cà di Sasso
SEGNAVIA: nessuno, sterrata evidente in entrambi i casi

Ci sono luoghi dei quali si viene a conoscenza un po' per caso: mi è capitato, lo scorso mese di ottobre, di tenere una serata sui paesi abbandonati a Varinella, località della valle Spinti, dove sono stato invitato dal Circolo ARCI Varinellese per presentare i miei libri assieme al "mitico" Paolo De Lorenzi. Nel corso della bellissima serata (svoltasi, peraltro, nella splendida cornice del ristrutturato ex-asilo), parlando con le persone intervenute, sono venuto a conoscenza dell'esistenza di due luoghi fantasma nelle vicinanze. Neanche a dirlo, siamo tornati a casa e la mattina dopo eravamo già pronti per andarli a visitare.
Raggiungiamo Varinella e parcheggiamo accanto alla chiesa di S.Eusebio, nella stradina che conduce al circolo. Indossiamo scarponi e zaino e ci incamminiamo, cercando di tenere a mente le indicazioni che la sera prima avevo strappato ai varinellesi (grazie, in particolare, a Mauro).
Percorriamo la via principale di Varinella in direzione sud-est, fino all'intersezione con la provinciale della valle Spinti, che attraversiamo per proseguire su una stradina asfaltata, indicata come "strada della pineta", che avanza pianeggiante nei primi metri, prima di prendere a salire dolcemente e, oltrepassate alcune abitazioni, raggiungere una sbarra che impedisce il transito.
Aggiriamo la sbarra, proseguendo sulla stradina che ora si fa sterrata e regala alcune piacevoli viste in direzione del Santuario di Monte Spineto: dopo un tornante, la vista si apre in direzione della Valle Spinti e arriva fino a Variana, regalando un insolito scorcio sulla vallata, mentre sui tronchi degli alberi ogni tanto compare qualche segnalazione bianco-rossa.

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giovedì 2 novembre 2017

Maloja: sulle orme dei contrabbandieri

Andiamo a Maloja Pass. Le storie di contrabbando tra Italia e Svizzera assumono nei territori di montagna contorni da leggenda. Camminando spesso si incontrano persone, e molte di loro hanno qualcosa da raccontare a riguardo: storie di tempi che furono, non più attuali (o forse no).

E’ diverso tempo che non aggiorno la pagina “blog” di questo sito. Me ne dispiaccio, faccio mea culpa ma tante cose per la testa hanno distolto energie e soprattutto la voglia dallo stare davanti al computer. Oggi piove, sono abbastanza annoiato, per cui posso dedicarmi alla montagna vista anche attraverso lo schermo del pc senza avere sensi di colpa

Parlare di contrabbando in montagna significa parlare di povertà e cultura. E’ stato un fenomeno molto diffuso in passato. Fenomeno che oggi continua ad alimentare l’immaginario collettivo, attraverso canzoni (come non citare De Sfroos), opere d’arte (conoscete la città dipinta e la storia del mitico Lasco? Il brigante che terrorizzava la Valsassina è realtà o pura invenzione?), diversi itinerari tematici.

ACCESSO: si arriva in Engadina, da sud, passando da Lecco, proseguendo lungo la val Chiavenna e seguendo le indicazioni per Saint Moritz ed il passo del Maloja. Dopo la dogana, all’altezza di Bondo, il pizzo Cengalo è venuto giù. I lavori per il rifacimento della strada sono impressionanti (non si esclude possa venire giù altro materiale…). L’accesso non è chiuso, si va a senso alternato su di una deviazione che attraversa Promontogno. Vedendoli così non credo impiegheranno poco tempo prima di ripristinare in toto la cantonale. Ai semafori due cartelli indicano il tempo massimo di attesa, 30 minuti andando in direzione nord. Viceversa 15 minuti.

Già in val Bregaglia il panorama è affascinante, una volta raggiunto il passo del Maloja la visuale si apre anche sull’Engadina. Il parcheggio per iniziare la nostra facile escursione è prima dell’abitato di Maloja, in fondo alla stradina che dall’ultimo tornante si stacca sulla destra. Il parcheggio è indicato: Salecina (si tratta di un centro di formazione, casa vacanze autogestita). Una volta parcheggiato si attraversa la diga e lì inizia il sentiero, in breve varcata una porta di legno.

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A passo lento




Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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