mercoledì 31 agosto 2016

L'insostenibile irresponsabilità nell'affrontare le montagne

Il Monte Bianco e il suo ghiacciaio
Fotografia di Enrico Bonino

Riceviamo e pubblichiamo una breve riflessione/sfogo della guida alpina Enrico Bonino sull'apparente estendersi della disattenzione e della mancanza di consapevolezza di chi senza alcuna cognizione affronta l'ambiente alpino.

Non so davvero a questo punto se è preoccupazione, sdegno verso il decadimento della razionalità umana, o stupore, o cosa pensare... non lo so più davvero. Posso solo raccontarvi l'ultima della serie, oltre a ciò che troverete nell'articolo pubblicato da 12VDA.

Domenica ore 15: entro nel recinto di sicurezza posto nei pressi del Rifugio Torino di ritorno da un'arrampicata sui Satelliti del Monte Bianco. Passo il primo cancello (il secondo per chi invece parte), entro nel recinto in cui la traccia nevosa ha lasciato spazio a ghiaccio e sassi, e incontro una signora con 3 bambini tra i 3 e i 7 anni circa: tutti rigorosamente vestiti da città, un bambino addirittura con calzature espadrillas. Fin qui, situazione già al limite per via dell'età dei bambini e delle condizioni ghiacciate, mi limito ad osservare. Poi mi avvicino alla signora e la esorto gentilmente a non uscire dal secondo cancello spiegandole che è pericoloso. Questa, stranamente mi ringrazia e prosegue per la sua strada, io per la mia. Poco dopo mi giro dubbioso, e come volevasi dimostrare, la gentil signora esce dal cancello e si avventura sul ghiacciaio lasciando giocare liberi i bambini. Le grido da lontano di rientrare subito nel recinto e tornare in terrazza. Lei ha da ridire, tergiversa, e dopo un pò rientra. I bambini (3 x 1 adulto) camminano a fatica scivolando sul ghiaccio, ma rientrano tutti salvi, ignari (?) del fatto che se anche solo uno fosse scivolato sulla traccia, sarebbe passato sotto alla rete del recinto e poi chissà...

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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