venerdì 19 agosto 2016

In coda sulle vette più pericolose. Boom di alpinisti improvvisati

L’estate 2016 ha richiamato sull’arco alpino dal 5 al 10 per cento in più di escursionisti Da giugno a oggi sono 30 le vittime. Gli esperti: “Manca la percezione del rischio”

Secondo gli scalatori esperti, nelle nostre valli molti affrontano sentieri, morene o ghiacciai con attrezzature inadatte e incuranti del rischio


Duemila metri. Altitudine che nelle Alpi è limite di percezione: di lì alle vette la natura apre dimensioni inattese. È sensazione di orizzonte improvviso in cui si mescolano visioni di un ambiente selvaggio, fatto di boschi che cedono a pascoli, morene e ghiacci, di vette che modellano il cielo. L’avventura - si direbbe - è in agguato. E con i numeri di appassionati in aumento, la legge statistica trascina con sé un incremento di incidenti, a volte mortali. L’estate 2016, con una serie ripetitiva di cieli blu, e con giorni d’afa nelle città, ha richiamato sull’arco alpino dal 5 al 10 per cento in più di «cercatori di vette».

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

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