lunedì 16 maggio 2016

La scommessa di Alessio: far rivivere Bogli, paese abbandonato



bogli-cartelloAdesso che le giornate si sono allungate e che la primavera fa capolino anche a quota 1.067, Alessio è un po’ meno solo. Le vacanze pasquali hanno portato anche le avanguardie della compagnia che avrà per tutta la buona stagione, anche se, determinato nella scelta fatta due anni fa, non gli fanno paura le settimane invernali di completa solitudine. Siamo a Bogli, frazione di Ottone, in  provincia di Piacenza: nell’angolo di Appennino tra Lombardia, Liguria, Emilia e Piemonte. Frazione con un solo abitante: Alessio Toscanini, 38 anni a maggio, nato a Voghera dove ha lavorato in un autolavaggio e in fabbrica prima di prendere la strada dei suoi nonni. I suoi genitori, Remo e Maria, che conoscono bene la vita di montagna, “si sono spaventati”.

“Ma a me dispiaceva vedere le terre dei miei abbandonate. Mi ricordo quando giocavo qui, da bambino, con la nonna Carmelina. E poi la montagna è il mio ambiente e gli animali mi piacciono”. La vita di pianura e il lavoro in un’azienda di spurghi erano un po’ troppo lontani da quello che ha in mente: “Il mio sogno è un agriturismo quassù. Non manca niente, c’è persino un laghetto per la pesca”. Prima, però, la lunga, tortuosa strada di chi scommette sulla vita in alto, dove tutto è tremendamente semplice e difficile al tempo stesso. Per esempio: cosa fa sempre solo, tutto il giorno? Ecco alcune delle cose semplici: sveglia alle 6, cura delle capre (camosciate alpine, adesso cominciano a partorire), delle galline, dei conigli. Fare legna. Manutenzione della casa e della stalla. “C’è sempre così tanto da fare che non ho tempo di sentirmi troppo solo. E comunque così non litigo mai”.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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