mercoledì 28 gennaio 2015

Rivoluzione parchi e aree protette, la Regione vuole cambiare

Rivoluzione nel campo dei parchi e delle aree protette, un’innovazione che riguarderà da vicino il parco Capanne di Marcarolo e il parco fluviale del Po e dell’Orba. I due enti infatti potrebbero entrare a far parte di un grande ente di gestione delle aree montane


POLITICA - Rivoluzione nel campo dei parchi e delle aree protette, un’innovazione che riguarderà da vicino il parco Capanne di Marcarolo e il parco fluviale del Po e dell’Orba. I due enti infatti potrebbero entrare a far parte di un grande ente di gestione delle aree montane che da Carmagnola (in provincia di Torino), seguendo il corso dei fiumi Po e Orba, arriverebbe fino a Capanne di Marcarolo. Un disegno di legge proposto dagli assessori Alberto Valmaggia e Antonella Parigi e che dovrà presto passare all’esame del Consiglio regionale intende riordinare il sistema di gestione delle aree protette e dei Sacri Monti. In particolare, viene prospettata la creazione degli enti di gestione delle aree protette astigiane e del Po e della Collina torinese, delle aree protette vercellesi e alessandrine, delle aree protette pedemontane e delle Terre d’acqua, del Ticino e del Lago Maggiore, delle aree protette dell’Ossola e della Valle Sesia, del Parco naturale del Monviso. Il nuovo maxi ente arriverebbe a sommare 62 Comuni: i 30 del Torinese, i 26 del Po Alessandrino e Vercellese e i 6 del Marcarolo, con un solo consiglio direttivo e un direttore.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

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