martedì 27 agosto 2013

In viaggio sui sentieri degli stambecchi acrobati



Gli stambecchi acrobati della valle Antrona: si arrampicano sulla parete verticale della diga del Cingino alla ricerca di sale. FOTOGALLERY
 
Domani escursione al Cingino con le guide del parco naturale per assistere all’impresa degli animali che si arrampicano sulle pareti verticali della diga
antrona
È uno spettacolo unico: gli stambecchi arrampicati sulla parete verticale della diga del Cingino, alla ricerca di sale. Il fenomeno accade ogni anno e domani le guide del parco naturale Valle Antrona porteranno gli appassionati di montagna ad assistere in diretta: gli stambecchi, molte femmine in stato di gravidanza, sfidano la forza di gravità arrampicandosi con agilità sulla parete artificiale, grazie ai loro zoccoli elastici che fanno presa sulla roccia.

Il percorso. Il viaggio non è breve, ma la fatica vale lo spettacolo naturale: l’appuntamento è fra le 7,30 e le 8 di domani al Lago di Antrona, poi si parte scortati dalla guida Susanne Meyer. Il percorso non è dei più semplici: è necessario essere allenati ed esperti per affrontare i 1080 metri di dislivello, circa 16 chilometri in salita per un tempo di percorrenza di circa 4 ore, più altre tre, in media, per la discesa. 

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lunedì 26 agosto 2013

La montagna parlerà tedesco

di Pierluigi Depentori

Accordo tra la Provincia di Bolzano e il governo. l'italiano sparirà da 135 toponimi. Ma per i falchi della Volkspartei è ancora poco

I luoghi di cui si parla

Vi piace l'Alto Adige, con i suoi paesaggi incantati e le camminate tra i monti in stile Heidi? Fate attenzione, perché a breve potreste vedere cancellati i luoghi a cui siete più affezionati. Forcella del Santo? Zac, tagliato. Monte Sant'Anna? Via, non esiste più. Malga Zirago? Stop. E così per la Forcella di Vallunga, la Croda Nera, la Forcella Mezdì e altri centotrenta nomi di cime, malghe e posti da favola. Potere della politica, dove basta una stretta di mano per cancellare in un amen i posti del cuore, i suoi simboli, i ricordi di una vacanza.


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sabato 24 agosto 2013

Domenica 1 settembre: Sentiero delle Anime - Valchiusella (To)

Traversella, punto di partenza dell’escursione, è un piccolo comune posto nell’estrema
parte occidentale della Valchiusella; il suo territorio è quasi esclusivamente montuoso e
si estende nella valle solcata dal torrente Chiusella, tra quote che oscillano tra 700 e 2800 metri.
Il territorio esercita un’attrattiva particolare per la natura selvaggia ed aspra, per la ricchezza della flora e per le incisioni rupestri – petroglifi - sulle rocce del “Sentiero delle Anime”, sentiero di straordinaria suggestione. Le incisioni conservano ancor oggi un mistero indecifrabile; ci sono due leggende sul
loro significato: una le indica come segni lasciati dagli spiriti che transitano lungo il sentiero; l’altra ricorda il passaggio dei guerrieri valdostani e canavesani caduti nellalotta contro i Romani invasori.

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La Valchiusella

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venerdì 23 agosto 2013

Ovada (AL), sulla Via del Fiume solo degrado

Il cartello che a Ovada in strada Grillano, all’ingresso del centro sportivo Geirino, indica l’inizio della Via del Fiume è coperto dai rami e dalle foglie. Impossibile vederlo, per turisti e appassionati delle passeggiate nella natura. Ma forse è meglio così, visto che il percorso naturalistico in riva ai torrenti Orba e Stura, voluto dal Comune di Ovada una decina di anni fa, affonda da tempo nel degrado. Erbacce, rifiuti, staccionate e panchine divelte.

Le foto 



- Nuova vita per i sentieri del circuito “RosaRide”

 

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giovedì 22 agosto 2013

GE-114 - Parco dell'Aveto: Anello della faggeta del Monte Zatta

Quando la calura incombe e arrostisce le affollate coste della riviera, questo fresco ed ombroso percorso e' una valida alternativa che permette di passare qualche ora nella tranquilla faggeta del Monte Zatta. Una breve e facile salita all'ombra del bosco seguita dal panoramicissimo sentiero che percorre il crinale dello Zatta con splendide visuali sulla costa di levante.

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Si parte dal Passo del Bocco, comune di Mezzanego (GE).

COME ARRIVARE:
Dall'uscita del casello di Lavagna della A12 si raggiunge Carasco e si prende per Borzonasca. All'altezza di Borgonovo di Mezzanego si devia a DX per il Passo del Bocco che si raggiunge dopo circa 15 km. Al passo, di fronte al Rifugio Devoto, si prende a DX per varese Ligure e dopo meno di 300 m, all'altezza di un edificio a SX abbandonato, si lascia l'auto a DX nei pressi di una sterrata che sale a DX (spiazzo e bacheca in legno). 

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domenica 18 agosto 2013

I Villaggi di Pietra

Paesi abbandonati - Alta Val Borbera (Al)


Vegni - Casoni - Ferrazza - Reneuzzi e ritorno

Fatta verifica oggi, qui le foto: http://gsvalliriunite.blogspot.it/

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venerdì 16 agosto 2013

Sul Pizzo Bianco come 50 anni fa per il compleanno del Cai

Da Borgomanero (No) come ai vecchi tempi: la meta è sopra Macugnaga a 3215 metri con la statua simbolo della Madonnina.

Marcello Giordani
BORGOMANERO
Una scalata come ai vecchi tempi per celebrare un anniversario particolarmente caro agli appassionati borgomaneresi della montagna: la effettueranno molti soci e simpatizzanti del Cai di Borgomanero il 17 ed il 18 agosto. La meta il Pizzo Bianco, sopra Macugnaga, a quota 3215 metri.

La particolarità dell’escursione borgomanerese è che ripeterà nei minimi dettagli un’analoga scalata avvenuta esattamente mezzo secolo fa.
Nel 1963 i soci borgomaneresi del Cai vollero festeggiare in modo particolare il centenario di fondazione dell’associazione alpinistica e portarono sulla vetta della montagna anzaschina una statua in bronzo che riproduceva esattamente il simbolo di Borgomanero, la Madonnina di piazza Martiri.

La statua, alta poco più di ottanta centimetri, era stata realizzata dal professor Luigi Fornara, lo scultore più celebre che ha avuto Borgomanero, era stata collocata su un traliccio di ferro con una targa che celebrava l’avvenimento. 

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Dal Monte Bianco al Rosa, un trekking di 160 Km tra le vette a dorso d’asino

giovedì 15 agosto 2013

Itinerari per tutti, tra gigantesche statue “fantastiche”, torri e erbe profumate di Langa

Enrica Cerrato
Asti
PERCORSO FERRAGOSTO ENRICA CERRATO MONTABONE. E’ Ferragosto e la Langa astigiana è “aperta per ferie”: basta lasciarsi la Valle Belbo alle spalle e salire verso Rocchetta Palafea o Cassinasco e si spalanca un paesaggio incantato. Colline scoscese percorse da filari di Brachetto d’Acqui, Moscato d’Asti e Barbera, in cui spiccano chiesette romaniche e pievi campestri, paesi dai colori tenui della pietra di Langa. Itinerari noti (perfette le indicazioni su www.langastigiana.at.it), ma anche cose diverse da scoprire. Come nel caso della zona di Montabone, in cui ci si imbatte in statue gigantesche di personaggi e animali esotici, che danno un tocco surreale alla collina di San Vittore. Per arrivarci, a metà dalla provinciale Nizza-Canelli, a Calamandrana, si sale verso Rocchetta Palafea, paese che peraltro merita una visita, con il suo acciottolato antico e la torre. A Rocchetta si seguono le indicazioni per Montabone e dopo cinque chilometri sul crinale che domina da un lato l’Acquese e dall’altro la Langa, si arriva alle indicazioni per la chiesa di San Vittore, affascinante pieve del quindicesimo secolo. Accanto prati e una piccola aree pic nic. Ma la sorpresa sono le statue: guerrieri, animali fantastici, pastori e donne con l’abito della festa. Appaiono all’improvviso in mezzo all’erba, in una sorta di museo all’aperto, cresciuto tra i campi in modo disordinato. Sono manufatti di cemento a grandezza d’uomo e anche più, senza eccessive pretese artistiche, ma di sicuro impatto, sgorgate dalla faconda fantasia ( e dalla manualità), di Pietro Nicala , impresario edile in pensione. Anche Montabone “paese di pietra” con case accuratamente restaurate, merita una visita, e ad accogliere i turisti c’è il ristorante La sosta (0141/762538), con piatti tipici e una terrazza sui vigneti. Per inoltrarsi nella Langa, da Montabone si può tornare a Rocchetta e seguire le indicazioni per Sessame e di lì scendere a Monastero Bormida (castello e ponte medievale), oppure tornare verso Canelli ed imboccare la strada per Cassinasco.

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mercoledì 14 agosto 2013

Trekking della Val Borbera (Al)

Passeggiata panoramica che domina la confluenza dei torrenti Scrivia e Borbera

Il carattere peculiare della Val Borbera consiste nella presenza di una natura ancora in buona parte incontaminata e selvaggia. I rilievi fortemente modellati coperti di un ricco manto vegetale sono popolati di numerosissimi animali selvatici che qui trovano l’habitat naturale. Ai rilievi fanno netto contrasto, nel fondovalle, le Strette, una gigantesca forra ricca di anse e di meandri scavati dal torrente Borbera che rappresenta una delle aree più suggestive.
La gastronomia della Val Borbera è legata all’utilizzo di materie prime e preparazioni tradizionali. Le specialità sono la selvaggina, i funghi, le castagne, le fagiolane (varietà autoctona) ed i formaggi tra cui primeggia il Montebore. Passeggiando per le strade ed i sentieri della val Borbera il ricordo del passato è in ogni dove. Non vi sarà difficile incontrare ed ammirare resti di antiche fortificazioni, chiese e cappelle campestri, mulini ad acqua, palazzi e antichi borghi in pietra.

Il percorso inizia dalla piazza Risorgimento di Stazzano seguendo il segnavia CAI. Dopo aver percorso un breve tratto della centrale via Umberto I si raggiunge il castello trasformato nella seconda metà dell’Ottocento in seminario ed alla fine del novecento in casa di riposo. Proseguendo su un ampio sentiero immerso nella vegetazione si incrocia la strada che sale da Stazzano. Dopo averla percorsa per un centinaio di metri, nei pressi delle due prime stazioni della Via Crucis, si svolta a sinistra su una carrareccia con ampie vedute sulla pianura. Dopo un’ampia curva, si devia su un ripido sentiero e si raggiunge il Santuario di Monte Spineto così chiamato per la grande quantità di cespugli spinosi che ricoprono le pendici del monte su cui è situato.

La leggenda narra che agli inizi del 1600, durante l’invasione della valle da parte dei francesi, una fanciulla sordomuta dalla nascita vide aleggiare una colomba su di un cespuglio di biancospino fiorito fuori stagione. La bimba urlò la notizia e per otto giorni la colomba rimase sospesa sul cespuglio. Molti accorsero ed il vescovo di Tortona decise la costruzione del santuario. Ritornando sul sentiero, con ampi saliscendi, lungo il crinale, si giunge ad un’ampia sella denominata Bocca del Lupo. Si continua fino ad incontrare la strada inghiaiata della Capanna. Proseguendo verso levante si giunge prima alla masseria Chiappa e poi alla masseria Baiardo.

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----> Tutti i sentieri della Val Borbera

lunedì 12 agosto 2013

Paesi abbandonati in Val Borbera (Al)

Casoni, Ferrazza e Reneuzzi

di Giorgio Pieri

C’è un posto dove il tempo si è fermato, dove la natura si sta riprendendo spazi e opere che l’uomo aveva costruito per viverci e dove per molti anni ha trovato sostentamento sfruttando le risorse che la terra, i boschi e gli allevamenti gli hanno messo a disposizione. Veri e propri villaggi costruiti con saggia maestria nello sfruttare a pieno la conformazione naturale del terreno, case importanti, ben progettate con adiacenti casoni per il fieno, abbeveratoi e impianti idrici. In questo contesto si ricercava non un’autosufficienza stentata ma un’autonomia basata sulla capacità di fabbricare manufatti e di costruire tutto ciò che poteva rappresentare un passo avanti, una forma di progresso.

Nell’alta Val Borbera al cospetto del Monte Antola si trovano i villaggi abbandonati di Casoni, Ferrazza e Reneuzzi per arrivarci bisogna risalire la strada provinciale della Val Borbera fino a raggiungere il bivio che porta a Carrega Ligure, dopo pochi chilometri prendere a destra in direzione Vegni. Dal piazzale della graziosa località parte il sentiero numero 242, tenendo sulla destra verso la chiesa si oltrepassano le abitazioni e si imbocca la strada sterrata che conduce sul versante boscoso, giunti ad un bivio si svolta a sinistra sul sentiero che porta in mezzo alla splendida faggeta. Il percorso è gradevole e mai faticoso, da lì a poco ci si imbatte nelle forme geometriche di muri sbrecciati che contrastano con la luce riflessa del sole che filtra attraverso la vegetazione rigogliosa.

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Dove comincia l'Appennino - I paesi abbandonati 

SENTIERO 242 - Il sentiero della memoria (Vegni - Campassi) 

SENTIERO 242 - Provincia di Alessandria

 



lunedì 5 agosto 2013

Sabato 10 agosto: Notturna sull'anello di San Lorenzo



Quando si pensa ad un’escursione notturna già si immagina di vivere un’esperienza suggestiva e magari poetica. Un tragitto che dal rifugio Piani di San Lorenzo m 1101 s.l.m. ci condurrà alla vetta del Monte Giarolo m 1472 s.l.m.  nella notte delle stelle cadenti. Una visione notturna altamente affascinante sull’anfiteatro delle valli Curone e Borbera, scoprendo le sagome, i profili, le luci di valli, monti, città e paesi vicini. 

Descrizione:
Luogo di partenza: Rifugio Piani di San Lorenzo  Cantalupo Ligure (AL)  ore 20,00

Ritorno previsto al Rifugio: verso le ore 24,00 - 24,30

Lunghezza dell’itinerario: Km 7 Andata e ritorno

Difficoltà escursione: T
Dislivello positivo: circa 395 m

Il percorso:
Dall’accogliente pianoro che ospita il Rifugio Piani di San Lorenzo gestito dalla nostra Associazione (m 1101 s.l.m.), parte un tracciato che si insinua ora nella faggeta, ora tra le conifere e conduce dopo circa mezz’oretta  alla costa delle Lesaie (m 1217 s.l.m.), si prosegue in salita in direzione Sud, avanzando su un’ampia mulattiera che proviene dal paese di Giarolo. Il percorso è abbastanza agevole e conduce dopo circa tre quarti d’ora ai primi prati sommitali e infine sulla cima più nota dell’Appennino: Il Monte Giarolo (m 1473 s.l.m.)
Si raccomanda di portare con sé: 
- scarponcini da trekking
- mantellina impermeabile e/o giacca antivento, 
- un capo caldo (es. pile),  
- bastoncini telescopici se abituati ad usarli, 
- torcia elettrica


Info:  Pierluigi 338.4343604 – Riccardo 338.5291405 – Rifugio 346.3540867

sabato 3 agosto 2013

Giro del Monviso sulle tracce di Forbes

Con l’associazione “Sassi vivaci” - Partenza il 22 agosto

R.C.
Barge (Cn)
Nell’ambito del progetto AltraMontagna, l’associazione culturale Sassi Vivaci di Barge,
invita al “Giro del Monviso in 4 giorni”.
Prossima partenza: giovedì 22 agosto.
“Con questo trekking ci si tuffa nel tempo con il primo tour intorno al Monviso intrapreso da James David Forbes, docente di filosofia naturale all’università di Edimburgo, nel 1839 - spiegano dall’associazione -. Forbes probabilmente realizzò il suo viaggio attraverso il Colle delle Traversette, il Colle di Viso, il Passo delle Sagnette o quello di San Chiaffredo e il Colle di Vallanta, in un percorso non dissimile dall’itinerario attuale. L’anello di più tappe attorno al Monviso continua a rimanere tuttora un esperienza unica nelle Alpi occidentali costituendo, con i suoi modesti dislivelli e i suoi sorprendenti scorci panoramici sui diversi profili del “Re di Pietra”, uno dei più spettacolari trekking d’alta quota d’Europa”. Per info: 333 7107551

Fonte: La Stampa 

Parti per un'escursione in quota? Attenzione alle ustioni e agli occhi!

 

venerdì 2 agosto 2013

Trekking nella Valle dei Mulini tra libri e miracoli geologici

Un itinerario a bassa quota nel cuore delle Alpi Orobie
Max Cassani

Trekking in montagna non significa solo escursioni tecniche in quota, difficoltà alpinistiche e insonni pernottamenti in rifugio. Per chi ama camminare, il top sono i sentieri che attraversano le nostre Alpi, certo. Ma esistono itinerari bellissimi e segnalati anche a bassa quota, la maggior parte sconosciuti ai più. Per esempio sulle Prealpi bergamasche. Quello che in circa 4 ore percorre la Valle dei Mulini fino alla Grotta dei Pagani, nelle Orobie sotto la Presolana, è uno di questi. Un luogo magico che rappresenta anche un piccolo miracolo geologico, visto che a 1500 metri dalla sorgente Mesclusa – sulla Presolana che è una montagna calcarea – sgorga l’acqua che 30 km dopo sfocerà nel lago d’Iseo, vicino a Lovere, attraverso il Parco della Gola del Tinazzo.

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Il trekking per famiglie sulla via dei masi

 

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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