lunedì 30 novembre 2009

Il giro delle tre fontane


Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Lunghezza itinerario: km 4,9
Dislivello in salita m. 249 - dislivello in discesa m. 259
Difficoltà: T
Segnaletica: CAI (bianco-rosso) P
eriodo consigliato: primavera, estate e autunno
Cartografia consigliata:1.10.000 CTR Regione Lombardia

Itinerario:
Dal Brallo si risale su strada asfaltata, verso il Piano della Crocetta procedendo fra Pini e Faggi con vista panoramica verso la Valle Avagnone e Trebbia. Tenendo la destra si raggiunge, dopo circa 2 km, attraverso un percorso pianeggiante tra e piante di Rovere, Faggi e prati un tempo coltivati, il Pian del Lago dove si trova un campo di calcio inserito in uno scenario naturale molto suggestivo. Da questo punto si lascia la strada asfaltata, per curvare verso destra su strada sterrata, che in pochi minuti, in leggera discesa ci conduce alla prima fontana detta: fonte dei Tori. Dopo essersi dissetati con l’acqua fresca e pura, si procede per circa 10 minuti, dove si incontra alla nostra destra una sorgente poco prima dell’abitato. Si prosegue fino alla frazione di Feligara dove si incontra la Strada Provinciale…..e una sorgente di acqua solforosa. L’itinerario si chiude proseguendo per circa 50 minuti fino a Brallo.

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venerdì 27 novembre 2009

Anello del Lesima

Itinerario pubblicato con la collaborazione dell'Associazione La Pietra Verde.

Lunghezza itinerario: km 10,5
Dislivello in salita: m.663
Dislivello in discesa: m.662
Difficoltà: E
Segnaletica: CAI (bianco-rosso)
Periodo consigliato: primavera, estate e autunno
Cartografia consigliata: 1.10.000 CTR Regione Lombardia

Itinerario:
Dai piani di Propongo, si percorre in direzione nord-ovest, tutta la strada sterrata fino ad incontrare la provinciale Brallo-Giovà (SP 88) a quota 1358 m s.l.m., in corrispondenza di una sella. In questo tratto sul fianco sinistro della strada sono visibili gli strati rocciosi della formazione geologica detta “Calcari di Monte Antola”. Arrivati alla sella si prende a sinistra una traccia di sentiero che percorre quasi integralmente tutto il crinale spartiacque tra le Valli Staffora (a destra per chi sale) e la Valle Trebbia (a sinistra per chi sale). In poco tempo, camminando nel bosco si arriva al Monte Terme (1489 m s.l.m.), dal quale si ha una bella vista di tutto il resto del tracciato e del Monte Lesima con il suo ormai caratteristico radar. Da qui, camminando prevalentemente su prati, con qualche tratto ripido, dopo il Passo della Ritorta si arriva sul Monte Tartago (1688 m s.l.m.), con bella vista su tutto l’orizzonte. La meta è ormai vicina: a circa un km la si raggiunge immettendosi quasi subito sulla strada che sale all’impianto radar del Monte Lesima. In breve si arriva quindi sulla vetta del Lesima, dove, accanto alla sfera del radar, poco più in alto svetta la caratteristica croce metallica. Si scende sul versante est della montagna, su ripido e sassoso sentiero; in questo tratto si incomincia a vedere chiaramente la ripida parete rocciosa del Monte Lesima formata da tanti strati rocciosi di diverso spessore tipicamente alternati; si tratta dei Calcari del Monte Antola. Attraverso prati e boschi si scende in località Prato di Cavanna (1370 m s.l.m.), dove si incontra la strada che da Corbesassi conduce a Zerba. La si segue scendendo a sinistra e, attraverso boschi e pinete, si arriva al punto di partenza.

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giovedì 26 novembre 2009

Il Passo del Condottiero

Il sentiero percorre quasi integralmente il crinale che separa la Valle Staffora dalla Val Trebbia, attraverso il Passo del Brallo, collocato a più di metà percorso. Parte del tracciato si svolge su strade asfaltate (circa 6 km in vari tratti), il rimanente su stradine sterrate o sentieri. Dal passo del Giovà (1360 m s.l.m.) si percorre un tratto della SP 88 (circa 900 m) fino al Colle di Pej (1379 m s.l.m.); qua si lascia la strada per deviare a destra, inoltrandosi nel bosco per un piccolo sentiero che segue il crinale in direzione del Monte Lesima. Giunti in vicinanza del Monte Tartago (1688 m s.l.m.) si incrocia la stradina asfaltata che raggiunge la vetta del Monte Lesima (1724 m s.l.m.). Dalla vetta, si torna sui nostri passi, per circa 500 m e si scende in direzione Nord, sempre mantenendosi sullo spartiacque. Si fanno due brevi risalite (Monte Terme e Monte La Colla) per poi arrivare in discesa alla sella della Colla (1358 m s.l.m.), su percorso prevalentemente boscoso. Dalla sella, dove si incrocia la strada che sale dai Piani di Prodongo, si continua per sentiero mantenendosi sempre sul crinale, raggiungendo la cima Colletta (1494 m s.l.m.). Dalla cima si scende per ripido sentiero fino alla frazione Bocco, da dove in parte su strada asfaltata e in parte su sentiero, si raggiunge Brallo di Pregola, punto più basso dell’itinerario (950 m s.l.m.). Dalla piazza del paese dove passa la SP 186 che scende in Val Trebbia, si prende la strada per Pregola, abbandonandola dopo circa 200 mt prendendo a destra la ripida strada che conduce verso l’abitato di Dezza. La si segue per circa 1 km, quindi, in corrispondenza di una curva sulla destra, la si abbandona per una sterrata che sale nella pineta fino al rifugio incustodito “La Faggeta”. Poco prima del Rifugio, si devia a sinistra e si attraversa una splendida faggeta, fino ad incontrare la SP 89 dopo Pregola, in corrispondenza dell’incrocio con la strada che scende a Ceci. Attraversata la Provinciale, si prosegue per boschi su stratto sentiero ancora per circa 20 minuti. Fino alla vetta del Penice, si segue più o meno fedelmente il confine amministrativo tra le due regioni Lombardia (a sinistra) ed Emilia Romagna (a destra). Da qui occorre seguire la provinciale fino al passo Scaparina (1100 m s.l.m.), con splendide viste sulla Val Trebbia. Giunti al Passo Scaparina, si lascia la provinciale per un sentiero che diventa quasi subito una strada sterrata e sale ripidamente verso la vetta del M. Penice, attraversando dapprima pascoli e poi fitte pinete. Si giunge così sulla panoramicissima vetta del M. Penice (1460 m s.l.m.), raggiunta da una strada asfaltata.

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mercoledì 25 novembre 2009

La Panoramica, mappa satellitare dell'Itinerario di trekking in collaborazione con la Pietra Verde


Oggi sul portale di promozione turistica dell'Oltrepò Pavese sulle google maps, OltrepEAT pubblichiamo in collaborazione con l'Associazione "La Pietra Verde" la mappa satellitare del sentiero denominato "La Panoramica" .
Da Brallo di Pregola si percorre il sentiero passando da Pian del Lago fino a giungere al bivio per Dezza, da dove, procedendo sulla destra, incomincia la strada bianca che corre lungo il confine tra la Lombardia e l'Emilia Romagna e dalla quale si gode di uno splendido panorama, avendo sulla destra la valle Avagnone e sulla sinistra la più nota val Trebbia. Il primo tratto del sentiero è immerso nel bosco, di latifoglie, di conifere o misto, permettendoci di udire il canto di innumerevoli uccelli passeriformi e di imbatterci nelle piste lasciate dal capriolo (Capreolus capreolus) o negli insogli indicanti la presenza del cinghiale (Sus scrofa).

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lunedì 23 novembre 2009

Progetto "Il fiume che vorrei"

Il progetto “Il fiume che vorrei. Percorsi di scoperta, conoscenza e protezione del Ticino e del suo Parco” nasce dalla consapevolezza che per poter formare i giovani al rispetto e alla tutela attiva dell’ambiente occorra partire alla scoperta del territorio, indagarne specificità, risorse e criticità fino ad arrivare a formulare e mettere in pratica comportamenti ecosostenibili nella vita di tutti i giorni, diventando a tutti gli effetti “Agenti del Ticino” che si impegnano in prima persona e chiedono impegno alle amministrazioni locali per proteggere questa grande risorsa naturale.

Il progetto si articola su tre attività.

  • Agisco per il mio fiume: attività destinata a bambini e ragazzi da 8 a 16 anni che parte dallo studio e dalla scoperta del territorio per arrivare a rendere i ragazzi, come accennato, promotori attivi della sua tutela;
  • Il fiume per i più piccoli che ha come destinatari i bambini da 3 a 8 anni che si basa sulla scoperta dell’ambiente fluviale attraverso il racconto di una favola appositamente creata e successivamente sceneggiata e rappresentata;
  • Il sentiero sensoriale che si discosta da un approccio classico all’educazione ambientale per promuovere una conoscenza della natura non mediata dagli “occhi”, ma che prescinde da loro. I destinatari sono, quindi, sia non vedenti e ipovedenti che possono trovare nel sentiero un’offerta innovativa conoscenze/esperienze ambientali naturalistiche, sia bambini e ragazzi con disabilità psicologiche che potranno sperimentare un modo nuovo di relazione con l’ambiente naturale, sia persone di ogni età normo-dotate che attraverso l’esperienza del sentiero prendano consapevolezza del livello di inquinamento sensoriale a cui sono quotidianamente sottoposte e si impegnino per minimizzarlo.
Il progetto iniziato nel luglio 2008, ha come capofila l’Associazione La Pietra Verde e vede come partner la Provincia di Pavia, l’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia e il Dipartimento di Ecologia del Territorio dell’Università di Pavia.

Scarica il pacchetto zip con tutte le informazioni!

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mercoledì 18 novembre 2009

E' nata BimboTrek

Apprendiamo con gioia l'annuncio della nascita di BimboTrek. La linea viaggi della Boscaglia dedicata ai bimbi si potrebbe chiamare anche AsinoBimboTrek, perchè l’altra componente fondamentale di questi viaggi sono i grandi amici dalle orecchie lunghe!!

Riportiamo la notizia del lieto evento con le testuali parole degli inesauribili amici della Boscaglia:

"I viaggi proposti nel 2010 saranno 6. Quattro condotti da Massimo Montanari e due da Luca Gianotti. Tutti e 6 con gli asini.

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lunedì 16 novembre 2009

La via dei Longobardi

Località di partenza Pavia
Località di arrivo Bobbio, abbazia di S. Colombano
Lunghezza totale 98.7 km
Percorribilità a piedi,in bicicletta
Bicicletta consigliata mountain bike
Durata in giorni 4
Difficoltà Molto impegnativa

Un percorso impegnativo che dalla pianura Padana porta nel Piacentino attraversando la bellissima zona collinare dell'Oltrepo Pavese.

Questa via coincide nelle prime tre tappe con la Via del Mare che, nei pressi del castello di Oramala, piega verso sud per Varzi, il Monte Chiappo e la Liguria.

La Via dei Longobardi invece prosegue verso est, per raggiungere Bobbio dopo aver attraversato la Riserva Naturale di Monte Alpe e il Passo del Penice.

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giovedì 12 novembre 2009

I Cammini dell'Uomo

Località di partenza Viverone (BI)
Località di arrivo Crevacuore (BI)
Lunghezza totale 120.0 km
Durata in giorni 6
Difficoltà














Impegnativa

Un percorso di più di 120 km in 6 tappe, che dalla Via Francigena percorre tutto l'arco prealpino biellese, toccando i principali Santuari della Provincia.

Un itinerario dallo straordinario interesse paesaggistico e spirituale, a due passi dalle metropoli del nord Italia.


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mercoledì 11 novembre 2009

Monte Beigua

Il Monte Beigua (in ligure Monte Beigua o Monte Peigoa) è un rilievo montuoso dell'Appennino ligure alto 1287 m s.l.m., che sorge sullo spartiacque ligure-padano. È la cima più alta del cosiddetto Gruppo del Beigua, di cui fanno parte i vicini Monte Grosso (1265 m), Monte Ermetta (1267 m) ed il Bric Veciri (1264 m), dove sorge la Croce del Beigua.

La vetta si trova al confine tra il territorio comunale di Varazze e quello di Sassello. Fa parte del Parco naturale regionale del Beigua - Beigua Geopark. Il Monte Beigua è attraversato da numerosi sentieri, il più importante dei quali è l'Alta Via dei Monti Liguri.

Si ritiene che il Beigua fosse un monte sacro per gli antichi Liguri, al pari del quasi omonimo monte Bego, nelle Alpi Marittime. I due nomi deriverebbero infatti da Baigus, un'antica divinità adorata dalle popolazioni alpine[1]. Anche il Monte Sagro nelle Alpi Apuane era un santuario preistorico delle tribù liguri collegato visivamente al Beigua.

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martedì 10 novembre 2009

Monte Penice

Il Monte Penice (nel dialetto locale Pänas), il cui nome deriva dal toponimo latino Saltus Boielis, con i suoi 1460 m d’altezza s.l.m. è una delle montagne più elevate dell'Appennino Ligure, al confine fra il territorio dell’Oltrepò Pavese della valle Staffora ed il Piacentino della val Trebbia e val Tidone. La sommità è facilmente raggiungibile con la strada carrozzabile, ultimata nel 1927 su disegno del canonico Carlo Muzio, che si stacca dalla ex Strada Statale 461 del Passo del Penice, ora Strada Provinciale,.

Lo scenario che si apre al visitatore spazia da un lato su Bobbio, adagiata sul fondovalle e sul fiume Trebbia, dall'altro sull'arco delle Alpi; da una parte l'Appennino Ligure, dall'altra i contrafforti che scendono verso la Pianura Padana e le città che vi si stendono. Da Bobbio e da Varzi le strade salgono inizialmente tra dolci declivi disseminati di casali e piccoli nuclei; rimontano le pendici più ripide, ammantate da dense boscaglie, e giungono al passo del Penice a 1149 metri; da qui si stacca la strada che porta verso la vetta del monte, ove si trova l'antico Santuario. Parte del territorio è compreso nel comune di Romagnese.

Sulla sommità del monte vi sono: il Santuario di Santa Maria e imponenti ripetitori televisivi e telefonici che ne hanno in parte deturpato l’aspetto, tra cui quello storico della RAI che consente tutt'oggi di ricevere le trasmissioni ad un ampio territorio, che dalla provincia di Piacenza arriva fino alla periferia sud di Milano e all'alto Varesotto. L'impianto trasmette segnali televisivi e radiofonici con potenze sino a 25 KW, ed è l'impianto RAI con il più alto bacino d'utenza. La fondazione del santuario dedicato alla Madonna, risale al VII secolo, la chiesetta attuale al XVII secolo. Si può salire fino al santuario anche percorrendo l'antico sentiero mediovale che sale da Bobbio passando per la Moglia e San Cristoforo, nella Valle del Carlone.

Sulle sue pendici in tempi recenti sono stati eretti impianti per gli sport invernali, queste attività possono essere praticate in località Passo del Penice. Vi un progetto dell'amministrazione provinciale piacentina ed anche pavese per rinnovare le strutture sciistiche esistenti affiancate da altre nuove e moderne.

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domenica 8 novembre 2009

La leggenda di Aleramo

La tomba del marchese Aleramo

Vuole un'antica leggenda, (forse coniata dal cronista monferrino Fra Iacopo d'Acqui, durante il governo di un discendente di Aleramo, Guglielmo VII), che il marchese Aleramo fosse nato presso Acqui Terme durante un pellegrinaggio. Rimasto orfano dei suoi genitori, Aleramo venne ingaggiato nell'esercito imperiale ed entrò alla corte dell'imperatore Ottone I. Ivi conobbe, Alasia figlia dell'Imperatore, e tra i due nacque un tenero sentimento. Incapaci di riferire la cosa a sua maestà temendo un rifuto al matrimonio, i due innamorati scapparono nelle terre natali di Aleramo. Qui, però, egli non riuscì a vivere senza combattere ancora, e rientrò nell'esercito di nascosto. Quando l'imperatore Ottone venne a conoscenza della cosa, volle incontrare il coraggioso giovane e perdonò i due amanti. Ad Aleramo concesse allora, in un impeto di generosità, tante terre quante egli fosse riuscito a percorrerne cavalcando senza sosta. Il territorio che egli percorse adesso è il Monferrato: tale nome deriva da mun (mattone) e da frà (ferrare), ovverosia i mattoni utilizzati per ferrare i cavalli che Aleramo, come prova di aver percorso tali territori, aveva gettato dietro di lui.

Esistono però diverse varianti della leggenda, come quella che vuole Aleramo ottenere il territorio che fosse riuscito a cavalcare in tre giorni e tre notti, e che il nome Monferrato deriva dall'aver usato un mattone (mòn)usato a mo' di martello, per ferrare il cavallo che aveva perso un ferro (fér)durante la corsa.

Altri fanno risalire il nome Monferrato ai numerosi castelli in mattoni fortificati che sono presenti in Monferrato. In questo caso il dono del territorio viene fatto risalire non al suo amore con la figlia di Ottone, ma al valore dimostrato nella liberazione della Liguria occidentale e del basso Piemonte dai cosiddetti saraceni.

È difficile dire quale sia la vera storia di Aleramo, di sicuro la sua vita si perde nella notte dei tempi, rendendolo uno dei personaggi più misteriosi, affascinanti e sconosciuti di tutta la storia.

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venerdì 6 novembre 2009

Monferrato


Il Monferrato (in piemontese Monfrà [mʊɲ'fra]) è una regione geografica del Piemonte.

Il suo territorio, quasi esclusivamente di natura collinare, è compreso principalmente all'interno delle provincie di Alessandria e Asti e si estende verso sud a partire dalla destra idrografica del Po sino a giungere ai piedi dell'Appennino ligure sul confine con la Provincia di Genova e la Provincia di Savona.

Il monferrato può essere distinto in due porzioni principali:

- Basso Monferrato: è la porzione più estesa e si caratterizza per le sue morbide colline che, ad esclusione del Sacro Monte di Crea (455 m), non raggiungono mai altezze superiori ai 400 metri; territorialmente viene delimitata a nord e a est dal corso dei fiumi Po e Tanaro, a sud dalla valle del fiume Belbo e ad ovest approsimativamente dal percorso del torrente Versa, alla cui destra orografica è situato l'Astigiano. Il punto più alto del territorio è la collina di Albugnano a 549 metri s.l.m.

- Alto Monferrato: si estende verso sud a partire dalla valle della Bormida sino a lambire i piedi dell'Appennino Ligure; viene delimitato ad ovest dalla valle della Bormida di Spigno e ad est dalla porzione occidentale della media valle Scrivia.

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martedì 3 novembre 2009

Domenica 8 novembre: colline del Monferrato

Anello Cellamonte - Sala Monf. - Moleto


difficolta’ Turistica

dislivello complessivo m 327 quota massima raggiunta m. 340 s.l.m.

sviluppo km 13,360

cammino con soste ore 5.00 cammino effettivo ore 3.00

pausa pranzo ore 1.00

totale di pura ipotesi ore 6.00 compreso soste e pranzo

TRASFERIMENTO con mezzi propri circa km. 80 + 80

Voghera ritrovo 8.00 partenza 8.15

Tortona ritrovo 8.15 partenza 8.30

Si suggerisce, ma ognun fa ciò che più gli garba, autostrada per Torino uscita Alessandria ovest . Ex statale per Casale Monferrato sino a km 3,5 dopo Occimiano ove si svolta a sinistra direzione Asti Moncalvo. Si prosegue sino alla località Roncaglia e 300 metri dopo averla superata si svolta a destra direzione Stevani ove uscendo dal lungo abitato, al termine della discesa ci si immette a destra in direzione Casale, dopo 500 metri si svolta a sinistra per Cellamonte. Saliti sin in sommità al cartello di ingresso al borgo si svolta a sinistra per la circonvallazione bassa (qualora sia ancora interrotta per lavori si passa dal centro) Al termine del paese ampia piazza delle sagre. Parcheggiare con criterio.

Durata del trasferimento da codice della strada, con ampio margine per eventuali dispersi, ore 1.45

INIZIO ESCURSIONE alle ore 10.15

Si parte da Cellamonte si và giù e poi si và sù tra prati e vigne con un sentiero sin a Sala monferrato e vengon circa le ore 11.30. Si fa una breve pausa in piazza per raggrupparsi, chi vuole piglia caffè o aperitivo, il borgo non vale una pippa perciò non disperdersi.

Si cerca la strada per le vigne dapprima ingiù e dippoi insù e si giunge, se Dio vuole, a Moleto verso le 13.00, l’ora giusta, in tempo perfetto per la colazione al sacco con una bella pausa che dura un ora.

Poi si vien giù con un altro sentiero, si procede in gruppo al galoppo tra i pioppi in piano eppoi si risale.

Fine gita previsto tra le 16 e le 17 masssssimo che ci son le partite.

Per gli apprensivi: si, è faaaaacile, non ci son forti dislivelli, pochi metri di salita e poi piano o discesa. Son tutte strade bianche o di campagna assai larghe ove si puo avanzar lenti schierati a coorte a ciaccolare.( tranne un breve tratto di 150 metri di discesa dove è suggerito di accendere i neuroni)

Si va per campi,vigne e prati con calma e senza correre chè questa è proprio lultima gita. Chi è interessato si guarda intorno e si fa domande sennò si seguita a pestar sentieri come solito.

Non si rilasciano ulteriori informazioni telefonicamente.

In caso di maltempo la gità non sarà mai più effettuata .

Pace et amen

Monte Chiappo

Il Monte Chiappo (in ligure Monte Ciappo), 1.699 m, è una bella e caratteristica piramide erbosa sulla quale convergno i confini amministrativi delle regioni Piemonte, Lombardia, ed Emilia-Romagna, fa parte del gruppo del Monte Antola, del quale costituisce la terza vetta, in ordine di altezza, dopo quelle del M. Lesima e del M. Ebro.

Posta nel cuore della zona delle quattro province, la vetta sovrasta ben quattro valli: Staffora, Boreca, Borbera e Curone.

La via più breve per raggiungere il Monte Chiappo è il sentiero che parte dalla località di Capanne di Cosola. Dalla cima si gode del panorama sulle sottostanti valli e sulle vicine vette del Ebro, del Lesima, del Cavalmurone e su ampi settori dell'Appennino Ligure.

Sulla cima del monte vi è il Rifugio Monte Chiappo.

Sul monte Chiappo transitava la via del sale lombarda, che partendo da Pavia risaliva la Valle Staffora, saliva al Monte Bogleglio e percorreva tutto il crinale tra Val Boreca e Val Borbera, dopo il Monte Antola scendeva a Torriglia e quindi raggiungeva Genova.

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lunedì 2 novembre 2009

Monte Ebro

Il Monte Ebro, 1.701 m, è un rilievo posto sullo spartiacque tra la Val Borbera e la Val Curone (provincia di Alessandria) facente parte del gruppo del Monte Antola.

Prima vetta oltre i 1.500 m che si incontra arrivando da Alessandria, lo si individua insieme al vicino Monte Chiappo (1.699 m) da molte località del novese e dell'alto Monferrato. La sua cima è una spaziosa piramide erbosa che sovrasta i folti boschi di faggi e castagni che ne ricoprono i fianchi. Sulla cima si trovano una croce metallica ed un cippo che ricorda la fondazione degli Alpini.

L'Ebro è raggiungibile da Pobbio e da Malghe di Costa Rivazza di Cabella Ligure e da Salogni di Fabbrica Curone. I sentieri più frequentati partono dalle località di Capanne di Cosola (Val Borbera) e di Caldirola (Val Curone). Nei pressi del monte si trova il Rifugio Orsi (1.372 m) del CAI di Tortona.

Dalla vetta si gode di un ampio panorama sulle vicine vette del monte Giarolo, Monte Chiappo, e gli altri rilievi del gruppo dell'Antola; in giornate con condizioni di visibilità favorevoli vista sui rilievi dell'Appennino Ligure occidentale, Riviera Ligure di Ponente, e sull'arco alpino nord-occidentale.

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia.

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