lunedì 29 giugno 2009

Orme lievi

Orme lievi come le tracce degli animali che spariscono con un

soffio di vento o con qualche goccia di pioggia,

Orme lievi come quelle che ognuno di noi dovrebbe lasciarsi alle

spalle ma che diventano solchi profondi nella vita di tutti i giorni


Cos'è Orme lievi

Orme lievi è un luogo virtuale e reale allo stesso tempo; si ispira alla natura ed è motivato dalla voglia di trasmettere e condividere temi ed esperienze ad essa legati.

Orme Lievi, queste parole rappresentano in pieno il modo di essere di chi lo anima e di chi lo condivide e sono lo specchio del nostro rapporto con la realtà in cui viviamo.

Orme lievi Non ha pretese di completezza ed è stato realizzato con molte attenzioni sia per la forma che per la sostanza.


Prossimi appuntamenti di luglio


5

Val Germanasca

Uscita notturna al chiaro di Luna

8-10

Alpi Marittime

Workshop di fotografia naturalistica

11

Lago del Ciardonnet

19

Cima Ciantiplagna

Parco Orsiera-Rocciavrè

25

Alpe Pintas

Escursione per famiglie


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sabato 27 giugno 2009

Si' dell'Unesco: le Dolomiti patrimonio dell'umanita'


Il World heritage committee ha ufficialmente inserito le Dolomiti nella lista dei siti Patrimonio universale dell'umanità Unesco. La decisione sulla candidatura presentata dallo stato italiano è stata presa all'unanimità dai 21 membri della commissione Unesco riunita a Siviglia. Alla proclamazione ha assistito la delegazione italiana guidata dall'ambasciatore all'Unesco, Giuseppe Moscato, e dal ministro all'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, con esponenti delle realtà territoriali che l'hanno sostenuta. La candidatura delle Dolomiti era arrivata a Siviglia dopo il parere positivo espresso nelle scorse settimane dall'Iucn (l'Unione mondiale per la conservazione della natura), l'organismo internazionale incaricato di esaminare in prima istanza e candidature dei beni naturali Unesco. Con questa decisione, la lista Unesco si arricchisce dei nove gruppi dolomitici, per un'estensione complessiva di 142mila ettari, cui si aggiungono altri 85 mila ettari di "aree cuscinetto", per un totale di 231mila ettari suddivisi tra le province di Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone e Udine. Finora in Italia il riconoscimento come bene naturale (com'è noto, la lista prevede anche la sezione dedicata al patrimonio artistico) era stato assegnato solo alle Isole Eolie.

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giovedì 25 giugno 2009

Castello della Pietra Alta Valle Scrivia -Genova-




















Aggrappato a due enormi rocce , il torrione ovest ed est, il Castello della Pietra è appeso così nel vuoto sopra di noi. Una brevissima escursione, che in realtà si trasforma in un lunghissimo viaggio nel tempo. Dal verde rilassante dei castagni lo sguardo si sveglia d’improvviso abbagliato dal grigio pietra del Castello, mentre nell’ultimo tratto e giunti ormai all’interno del monumento, ci manca il fiato non per la fatica ma per il panorama mozzafiato. Il fiume Vobbia, Monte Reale e tanta natura fanno da spettatori, all’imponenza del Castello che dall’alto domina la Val Vobbia. Preferisco invitarvi a scegliere il percorso di questa escursione dal sito ufficiale, dell'Alta Valle Scrivia, esprimendo tanta simpatia per questi luoghi dove ho passato tante estati.

Davide.

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lunedì 22 giugno 2009

La Rivista del Trekking




















Italia, paese del sole, del mare, dell’eterna primavera… scenari bucolici di campi di frumento a perdita d’occhio dove pedalano deliziose contadine, risaie verde smeraldo movimentate dai canti delle mondine, città turrite che emergono magiche dalla pianura… questo è lo stereotipo del nostro paese, ma la realtà è infinitamente diversa. Siamo il paese più montano d’Europa, escludendo l’Albania! Basta aprire un qualsiasi libro di geografia che si studia in quinta elementare, per rimanere sbalorditi dalla morfologia della penisola; i dati che seguono, con le percentuali di territorio divisi in Montagna/Collina/Pianura parlano chiaro: Valle d’Aosta 100/0/0; Piemonte 43/30/27; Lombardia 41/16/43; Trentino alto Adige [...]

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sabato 20 giugno 2009

Estate: è tempo di tende!


La tenda è un oggetto fondamentale della vita all’aria aperta. Ci permette di scegliere quando e dove vogliamo fermarci. Avere una buona tenda nello zaino è una scelta di libertà che ci permette di non essere schiavi dei rifugi o delle strutture ricettive in genere. In zone selvagge dove non esiste la ricettività escursionistica è fondamentale.

Una buona tenda ci permette di accamparci nei posti più belli e anche di risolvere problemi come i bivacchi nei freddi locali invernali di certi rifugi o in grotte. I miei primi approcci alle tende risalgono a molti anni fa quando la tenda per eccellenza era la canadese con i pali metallici. Ricordo con divertimento le discussioni per la divisione della paleria, del catino e del sovratelo che più ingombranti e pesanti toccavano ai grandi della pattuglia di adolescenti boy-scout. Per risparmiare sul peso nei campi mobili si dormiva in dieci e più in una tenda da sette. La mia tenda canadese a due posti che ho usato negli anni successivi ha vissuto avventure straordinarie con montaggi in condizioni meteo proibitive. Fine ingloriosa ebbe tale tenda: travolta dalle mucche mentre ero ad arrampicare.

La scelta della tenda da acquistare è importante. Una buona tenda può durare parecchi anni e con una manutenzione ordinaria mantenersi efficiente. Nelle interviste che ho effettuato per capire quali tende siano più usate mi sono imbattuto in tende che hanno 17 anni e più (Salewa Sierra Madre e Pamir Ferrino). Nella scelta della tenda bisogna tener conto dell’uso che se ne farà mediando tra i vari modelli che privilegiano solamente alcuni aspetti tecnici. Una tenda molto leggera normalmente è poco spaziosa e dobbiamo valutare se il gioco vale la candela se poi non abbiamo spazio almeno per lo zaino nelle absidi. Così una tenda 4 stagioni adatta anche per i mesi invernali spesso non è abbastanza areata. Se la nostra attività escursionistica è prevalentemente quella del "trekking itinerante" dovremo scegliere i modelli più leggeri e più comodi e veloci da montare. Chi di voi si è ritrovato a montare il campo sotto la pioggia e/o con vento forte sa cosa voglio dire. Al momento dell’acquisto l’ideale sarebbe provare a montarla per verificarne subito le caratteristiche e la comodità anche in base alla nostra morfologia e altezza.

Il peso a persona delle tende (effettuata la divisione) va da un minimo di 1000 gr per le più tecniche(Salewa; Camp; North Face) ai 1300 gr (Salewa) 1333 Bertone fino ai 1525gr (Ferrino);1550 (Nface.)

Sicuramente la marca con miglior rapporto qualità prezzo è Salewa: possiedono tende Salewa le guide Luca Gianotti , Luigi Lazzarini , Iuri Pagliai e Pierluigi Cosola. I modelli sono rispettivamente la Blanca, la storica Sierra Leone e la Sarec. La Sierra Leone di Salewa è stata la tenda più venduta dal negozio Climb di Firenze. Tutti si dichiarano soddisfatti della scelta dichiarando montaggi comodi e veloci leggerezza nel trasporto e spazio interno soddisfacente. I nostri le usano in media da 5 anni.

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giovedì 18 giugno 2009

I suoni delle Dolomiti

Il Festival di musica in quota sulle montagne più belle del mondo. Unire le grandi passioni per l’arte e l’ambiente in un teatro naturale che non ha paragoni: le montagne del Trentino.

Ecco I Suoni delle Dolomiti, un ciclo di concerti all’insegna della libertà e della naturalità in luoghi di straordinaria suggestione dove la musica viene proposta in piena sintonia con l’ambiente circostante.

Al Festival partecipano musicisti di fama internazionale, artisti e amanti della montagna che nel rispetto dell’ambiente si uniscono al pubblico e raggiungono a piedi i luoghi dei concerti, strumento in spalla.
In cammino verso l’arte e la natura.

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lunedì 15 giugno 2009

Domenica 21 giugno

A causa del forte innevamento presente oltre quota 2300m l’itinerario originario del 21 giugno: Valle d’Aosta, Vallone di Vertosan, Lago di Zioulè, viene sostituito con il seguente (sempre in Valle d’Aosta, con avvicinamento in auto di simile durata, verificato in data 7 giugno 2009 da Lucia e Agostino, non superante 2300m di quota)

Valle di Rhemes, Casotto di Sort m 2298, Parco Nazionale Gran Paradiso

Ritrovo & Avvicinamento auto

Voghera (retro caserma Vigili Urbani) : ritrovo 7.15 partenza 7.30

Tortona (P.zza Milano) : ritrovo 7.15 partenza 7.30

Prendere l’autostrada TO-PC per TO, ad AL Ovest per Gravellona, dopo Casale Monferrato la bretella per Santhia-Aosta e poi ai vari incroci autostradali con la MI-TO e la TO-Aosta, tenere per Aosta-

Alla barriera di Aosta, proseguire per Monte Bianco ed uscire Aosta Ovest. Tenersi verso sinistra per Saint Pierre Courmayeur. Attraversati Saint Pierre e Villeneuve, poco dopo le indicazioni per le Valli di Rhemes e Valsavaranche, passato Introd, tenere a destra per la Valle di Rhemes, superare Rheme Saint Georges e dopo una decina di km vs Rheme Notre Dame, in prossimità di alcuni impianti di risalità, località Chanavey, parcheggiare nell’ampio parcheggio di fronte agli alberghi Granta Parei e Gran Rousse.

Vicino al parcheggio negozio di alimentari e giornali.

Sono circa 215-225 Km, 2h15-2h30 di viaggio

Itinerario: Chanavey m 1696 -Bruil-Casotto PNGP Sort 2298-Chaussettaz-Carrè-Chanavey

Dislivello complessivo: circa 725m

Tempo di percorrenza inclusa 1h di sosta: 6h20m

Difficoltà: E /EE nel caso, poco probabile, di persistenza di chiazze di neve oltre i 2100m

Partenza dal parcheggio di Chanavey ore 10.00

Sintesi

Splendido itinerario in costa nella media Valle di Rheme, in pieno Parco Nazionale del Gran Paradiso. Gran punto panoramico nello spiazzo davanti al casotto di Sort. Possibilità di avvistamento di marmotte, camosci e stambecchi presso l’alpeggio di Chaussettaz. Magico bosco di larici nella discesa verso Carrè.

Descrizione

Attraversato il ponte sulla Dora di Rheme, passati di fronte all’albergo Boule de Neige, si prende a destra il percorso pedonale che costeggia il torrente, risalendolo verso la frazione Bruil di Rheme Notre Dame, sede di municipio e chiesa. Dopo circa 20 minuti, tenendosi alla sinistra delle case di Bruil, vicino alla casa dei guardiaparco, ci si innalza seguendo il segnavia giallo n. 9 del Col du Sort, dopo circa 25 minuti (45 dalla partenza) si lascia a destra il sentiero per il Col de L’Entrelor, proseguendo a sinistra sempre sul segnavia n. 9. Si attraversa a zig-zag un bel bosco di larici con belle viste sulla testata della Valle di Rheme, con i ghiacciai della Granta Parei, di fronte il vallone del Torrent con il Col Fenetre e l’ardita Becca di Tos, mentre al fondovalle, in distanza, i ghiacciai del Grand Combin.

La Salita si fà più ripida e attraversate in diagonale alcune pietraie, sbuca, dopo 1h30 (2h15 dalla partenza), la bella costtruzione rustica del casotto del PNGP di Sort m 2298.

Li, nel bello spiazzo antistitante, ci ferma per il pranzo per circa 1h15, sino alle 13.30 (3h30 dalla partenza).

Si riparte tenendo a sinistra sul segnavia n. 7 in direzione Chaussettaz-Casotto PNGP del Pechoud, si prosegue in costa su di un bel sentiero con belle viste a sinistra sui Valloni di Feluma e Cossuna. Dopo circa 50 minuti (4h20 dalla partenza) si giunge nell’ampio anfiteatro di Chaussettaz m 2190: tutto il vallone, anche vicino ai ruderi delle baite, è ricco di animali, marmotte e più in alto, con un po’ di fortuna, camosci e stambecchi.

Tralasciato il sentiero 8C che scende a sinistra verso il Bruil, si prosegue sempre in costa sul n. 7 verso il casotto PNGP del Pechoud. Attraversato un torrente si prende a sinistra il segnavia giallo 8A che scende verso la frazione Carrè.

Dopo un tratto di pietraie e radi arbusti si entra in un fitto bosco con splendidi larici, sempre in discesa e tralasciando la scorciatoia che sale al Pechaud dopo circa 1h40 (6h dalla partenza), si giunge alla frazione Carrè (m 1645).

Si risale a sinistra sulla strada asfaltata verso Rheme Notre Dame e dopo circa 1km, dopo una breve salita, in circa 20m, si giunge al parcheggio delle auto di Chanavey per le ore 16.20 circa (6h20 dalla partenza).

Avvertenze

Non si esclude la presenza di qualche chiazza di neve residua prima e dopo il casotto PNGP di Sort, nel tratto più alto dell’escursione.

Si ricorda che nel Parco Nazionale del Gran Paradiso i cani, anche al guinzaglio, hanno accesso vietato.

giovedì 11 giugno 2009

Val Varaita CN














Dal comune di Costigliole di Saluzzo (400 mt. slm) fino al Colle dell'Agnello (2748 mt. slm) dividendosi in Valle Varaita di Bellino e Valle Varaita di Chianale ed accompagnata per tutta la sua estensione dal fiume Varaita, troviamo l'omonima valle.
Scenari mozzafiato accompagnano luoghi pieni di storia.
Tetti in pietra e cappelle gotiche e romaniche, fanno da sfondo a questo posto magico dove il turismo e il grigio del cemento, passano in secondo piano rispetto alle tradizioni.
Per accompagnare gli escursionisti nelle molteplici escursioni e gite, possiamo trovare lungo i sentieri alcuni rifugi e bivacchi, tra i piu' noti: Rifugio Gagliardone 2430 mt. slm, Rifugio Vallanta 2450 mt slm, Rifugio Bagnour 2017 mt. slm.
Dalla piccola cittadina di Sampeyre, fino ai paesi di Torrette, Casteldelfino e Pontechianale, troviamo molteplici strutture di soggiorno dall'albergo al Bed and Breakfast.
siti consigliati:
http://www.vallevaraita.cn.it/
http://www.occitania-torrette.it/
http://www.ghironda.com/vvaraita/index.htm
http://www.comune.casteldelfino.cn.it/

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mercoledì 10 giugno 2009

Lago Blu St. - St. Jaques Champoluc AO


Dal paesino di St. Jacques (1682 mt. slm) distante poco piu' di 5 minuti di auto da Champoluch, lasciata l'auto nel parcheggio all'interno del paese, seguiamo la strada asfaltata fino alla fine del centro abitato. Da lì un piccolo ponte ci permette di attraversare il torrente e seguendo la segnaletica possiamo iniziare la nostra escursione verso il lago blu (2220 mt. slm).
Dopo l'ombra degli alberi ed il verde della valle, dopo circa 1 ora e 30 minuti di cammino, potremo rimanere a bocca aperta davanti al blu del lago, particolarmente acceso se abbiamo la fortuna di trovare una giornata limpida.
Benchè l'escursione sia a mio parere a portata di tutti non va sottovaluto il dislivello di circa 530 mt. e non vanno dimenticati tutti gli accorgimenti necessari per rispettare la montagna e la nostra sicurezza.
siti consigliati:
http://www.valdayas-monterosa.it/
http://www.ayas.eu/
http://it.wikipedia.org/wiki/Val_d%27Ayas

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martedì 9 giugno 2009

Sassolungo rif. S. Pertini








Da Campitello, Val di Fassa si raggiunge (in funivia) il col. Rodella 2395 mt. slm, dopo una discesa lungo una carrareccia si raggiunge il rif. Federico Augusto 2298 mt. slm.Dopodichè una vera passeggiata pressochè pianeggiante, (solo alcuni saliscendi senza eccesive pendenze), ci porta al rif. Sandro Pertini. Il panorama vi lascerà senza parole.

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martedì 2 giugno 2009

Domenica 7 giugno: I Balmit di Pian Cavallone Parco della Valgrande (VB)


Escursione di tipo E

Dislivello di 630 mt

Ritrovo a Tortona alle 7,45

Ritrovo a Voghera alle 7,30

Colazione al sacco


Viaggio con mezzi propri: Autostrada sino a Baveno (ultima uscita prima di Gravellona Toce). Usciti dall'Autostrada si svolta a sx per Verbania, alla rotonda di Fondotoce si seguono i cartelli per Bieno, Cambiasca, Caprezzo: da qui per la localita' detta Cappella Porta. (Ampio parcheggio) Tempo stimato: 2,30h

Ritrovo presso la Cappella Porta ore 10,30(1065mt)

Seguendo a dx il sentiero n 20 si percorrono le vie di comunicazione fra gli alpeggi ormai abbandonati di Fai, Pechi, Seppio dove si lascia il sentiero principale per salire ripidi a la Piazza dove a mezzo del sentiero 10 si risale decisamente a Surfai, La Trecciura ed in cima al Monte Pizzo.

Si segue poi in piano in direzione di una grande croce, che identifica la localita' I Balmit.(1667 mt - 2,30 h dalla partenza).

Pausa Pranzo

15 minuti sotto i Balmit c'e' il Rifugio del Pian Cavallone, 100 mt di dislivello, ma non si ha l' assicurazione dell'eventuale apertura.

Al ritorno si percorre il sentiero 11 eppoi il 9 che attraversando ampie pinete ci permette in 1,30 h di raggiungere il parcheggio della Cappella Porta.

La gita non prevede nessuna difficolta' tecnica: si attraversano splendidi boschi e alpeggi abbandonati di sicuro fascino. Il panorama che domina tutto il lago Maggiore dalla cima dei Balmit e' meraviglioso. Inoltre l'architettura rurale degli alpeggi invita a sostare e osservare le tracce di un passato non troppo lontano, dove la gente del posto ha fatto veramente vita dura. L'ambiente della Valgrande e' abbastanza selvaggio e per questo da non prendere sottogamba, ma percorrerre i suoi sentieri avvicina parecchio alla natura e ripaga decisamente la fatica.


Natalino


Sito

lunedì 1 giugno 2009

Anello Borbera Spinti


Stazzano (ab. 2225 – sup. 18,80 Kmq – alt. 200-600 m) – Secondo il Gabotto e lo Schultger il nome di Stazzano deriverebbe da “Statius” (stazione), che starebbe a dimostrare la sua antica funzione di posto avanzato della vicina città ligure e poi romana di Libarna. Il Bollea lo identifica in un documento del 935. Stazzano ebbe all’epoca nel suo territorio beni allodiali o forse anche feudali di pertinenza dell’abbazia di San Pietro di Precipiano. Nel 1157, con la bolla papale di Adriano IV, il castello di Stazzano passa al dominio temporale dei vescovi-conti di Tortona. Negli anni 1155-1163 il castello sarà occupato e incendiato dai Pavesi, alleati del Barbarossa. Nel 1176 Federico I Barbarossa con un “Privilegium” conferma il possesso di Stazzano alla città di Tortona che ne manterrà il controllo, con alterne fortune coincise con vari passaggi agli Spinola, ai Visconti e al comune di Genova, fino al secolo XVII. Nel 1874 il vescovo di Tortona Carlo Maurizio Pejretti cede i suoi diritti sul vescovato, e quindi anche su Stazzano, a Vittorio Amedeo III di Savoia. D’ora in avanti Stazzano seguirà le sorti del Regno di Sardegna.
Il percorso inizia dalla Piazza Risorgimento di Stazzano. Dopo aver percorso un breve tratto della centrale via Umberto I, con un’ampia scalinata sulla destra, si sale al pregevole Oratorio della SS. Trinità; poi per una strada da poco risistemata, si raggiunge il castello di Stazzano con accanto il santuario ottocentesco del Sacro Cuore. Ben poco è rimasto dell’apprestamento difensivo del castello, trasformato nella seconda metà dell’ottocento in seminario ed alla fine del novecento in casa di riposo per anziani. Il Santuario del Sacro Cuore è in stile basilicare, su disegno dell’architetto Giulio Leale di Cassano Spinola. Proseguendo su un ampio sentiero, completamente immerso nella vegetazione, si costeggia il parco di Villa Erizzo e si raggiunge la strada asfaltata che sale da Stazzano. Dopo averla percorsa per un centinaio di metri, nei pressi delle due prime cappellette della Via Crucis, si svolta a sinistra su una carrareccia con ampie vedute sulla pianura novese. Oltrepassata un’ampia curva, si devia su un ripido sentiero sulla destra e si raggiunge il Santuario di Monte Spineto (429 m – ore 1.15). Il Santuario di Monte Spineto è così chiamato per la grande quantità e varietà di cespugli spinosi che ricoprono le pendici del monte, su cui è situato, fra i quali spiccano i biancospini. La leggenda narra che nel 1620, durante l’invasione della valle da parte dei francesi, una fanciulla sordomuta dalla nascita vide aleggiare una colomba su di un cespuglio di biancospino fiorito fuori stagione. La bimba urlò la notizia e per otto giorni la colomba rimase sospesa sul cespuglio. Molti accorsero ad ammirare il fenomeno e il vescovo di Tortona Paolo Arese accertò di persona il miracolo e decise la costruzione del santuario. Ritornando al punto della breve deviazione, si riprende il sentiero 200 che, con ampi saliscendi, lungo il crinale, giunge ad un’ampia sella denominata Bocca del Lupo. Qui troviamo il sentiero 203 che scende a Vignole Borbera (ore 1.00). Proseguendo sul nostro itinerario 200, dopo un breve tratto in leggera discesa, si sale sulla costa che sovrasta il villaggio dell’Albergo Vecchio, nei pressi di un vecchio e diroccato essiccatoio per castagne, indicato sulle carte come Albergo dei Rossi. Si ridiscende in direzione nord fino ad incontrare la strada inghiaiata della Capanna. Qui, con una breve deviazione, si può raggiungere l’agriturismo La Traversina. Proseguendo verso levante si giunge prima alla masseria Chiappa e poi alla masseria Baiardo. Il versante sud è solcato da una stretta valle interamente ricoperta da un fitto bosco localmente chiamato Lago Scuro. Il nome pare derivi dal toponimo latino “Locus obscurum”. Tra il 1700 ed il 1800 questa zona selvaggia era un sicuro rifugio della banda di Maino della Spinetta ed ancor oggi, penetrando nel bosco, è possibile osservare nell’arenaria ampi ripari un tempo abitati dai banditi. Superata la masseria Baiardo, di devia a nord su una comoda carrareccia e con ampi saliscendi si percorre la cresta che divide la val Borbera dalla valle del Rio di Vargo fino a raggiungere il Santuario di Cà del Bello (492 m – ore 2.00-3.15). Il Santuario, eretto nel 1672 per volontà e devozione della popolazione di Borghetto di Borbera, è dedicato alla Madonna della Neve. Nei pressi del santuario si dipartono i sentieri 204, che scende a destra verso Borghetto di Borbera                                (ore 0.45) e 205, che scende a sinistra verso Vargo (ore 0.30). Proseguendo per il sentiero principale 200, sempre lungo la dorsale di displuvio tra la val Borbera e la valle del Rio di Vargo, si sale al colle Albarasca che con i suoi 602 m di altitudine è il punto più elevato dell’itinerario. Tenendo sempre la costa si scende ad un ampia sella con un evidente quadrivio; si prende qui la stradina di destra che scende tra boschetti e coltivi e, superati alcuni cascinali, raggiunge la SP 135. Percorrendo la strada asfaltata, in direzione nord, si superano alcune case e si raggiunge il bivio per Borghetto di Borbera. Si prosegue ora a sinistra, per un centinaio di metri, sulla provinciale per Garbagna, quindi, nei pressi di un’ampia curva a gomito, si devia a sinistra e si arriva a San Martino di Sorli (530 m – ore 1.30-4.45) dominato dai ruderi del castello. Appena prima dell’abitato si incontra la bella chiesa romanica di San Martino con il campanile di forma quadrata in pietra a vista con archetti ornamentali. L’edificio risale ai secoli XI-XII.

1. ALTRI SENTIERI IN ZONA:


1.

2. Sentiero N° 273 Grondona-Persi - ore 1.45

3. Sentiero N° 203 Vignole Borbera-Bocca di Lupo – ore 1.15

4. Sentiero N° 204 Borghetto di Borbera-Santuario Cà del Bello – ore 1.00

5. Sentiero N° 205 Vargo-Santuario Cà del Bello – ore 0.45

6. Sentiero N° 206 Bivio Rio Vargo-Bivio Campolungo – ore 0.45




Fonte
Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia.

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