domenica 30 novembre 2008

Trekking come attività motoria

Trekking come attivita’ motoria ed effetti

del trekking sull’organismo umano
(I parte) (II parte) (III parte)

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Trekking come attività motoria.
Il nostro corpo ha bisogno continuo di movimento per conservare una buona efficienza. E' risaputo che ogni forma di attività fisica, in generale, porta molteplici giovamenti alla salute dell'organismo in toto: da una sensazione di benessere generale riscontrata negli sportivi, si notano anche particolari miglioramenti dell'apparato locomotore, cardiocircolatorio, respiratorio, e del sistema nervoso.
Oggi, tutto questo è testimoniato, infatti, dall'enorme successo che hanno riscontrato le palestre e i centri fitness: gli inscritti aumentano sempre di più, e tutti sentono il bisogno di ritrovare la forma fisica ideale, condizionati anche dai modelli di successo proposti dai media.
Purtroppo, non tutti questi centri offrono elementi davvero positivi, e pur avendo strutture moderne e tecnologicamente d'avanguardia, non si curano minimamente della salute del cliente. Infatti, talvolta viene a mancare il rispetto del corpo, che diviene materia plastica da modellare a proprio gusto e piacimento, spesso utilizzando mezzi pericolosi e nocivi per il benessere dell'organismo stesso.
Il trekking è un'attività motoria profondamente diversa da quella tradizionale eseguita in palestra, proprio perché, innanzitutto, è da effettuarsi all'aria aperta, e quindi in un atmosfera salubre e pulita, al contrario dell'aria viziata e pesante di certi ambienti chiusi, ma anche perché il ritmo relativamente lento del cammino, insieme al silenzio della natura, portano ad un rilassamento che è lontano anni luce dall'estenuante foga delle attività come step e aerobica, accompagnate da ritmi musicali velocissimi e volumi acustici assordanti.
Inoltre il trekking non spaventa le persone sedentarie, abituate alle comodità della poltrona o costrette a passare ore ed ore di tempo seduti alla scrivania per lavoro. Infatti l'immagine della fatica, del sudore e dell'affanno dello sportivo durante lo sforzo fisico, non invita certo l'anziano, il pigro o il lavoratore stanco ad affrontare un ulteriore sforzo. La figura invece di una camminata tranquilla nel bosco, in compagnia di un amico, stimola queste persone ad alzarsi dalla propria sedia e a cominciare il movimento.
La mancanza di movimento, malattia nominata da Kraus, Raab e Rusk come ipocinesi porta a lungo andare all'invecchiamento precoce di organi ed apparati: il tessuto muscolare diventa flaccido e debole, le ossa più fragili, le articolazioni meno mobili, la cartilagine degenera, la coordinazione generale peggiora, aumentano i difetti posturali, e quindi i rischi di dismorfismi della colonna vertebrale. Ma quello che è più grave è l'effetto che si ha a livello delle funzioni vitali: il cuore si indebolisce e il miocardio perde la capacità di contrarsi efficacemente per svolgere la funzione di pompa; il sangue scorre con difficoltà e la parete dei vasi si indurisce aumentando il rischio di malattie cardiocircolatorie; l'efficienza dei polmoni diminuisce e la capacità di introdurre ossigeno risulta sempre più difficoltosa; il metabolismo rallenta e le malattie come obesità e diabete sono più frequenti.
Conoscere gli effetti negativi dell'ipocinesi può essere uno stimolo in più a concedere spazio al movimento, alla personalità, alla fantasia: dalle nostre poltrone, apriamo la porta e cominciamo a camminare… i benefici saranno grandiosi!

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Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.

Immanuel Kant

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